breve panoramica sui paesi europei che hanno regolamentato i casinò online ed i giochi di sorte
Fin dall'introduzione del Gambling Act, entrato in vigore nel 2007, alcuni paesi europei in particolare si sono preparati con cura ad ospitare la massa di operatori di gioco d'azzardo online che si preparavano a migrare in Europa dalle sponde d'oltreoceano. Tra questi i principali sono stati l'Inghilterra (ovviamente), Malta e Gibilterra. Come si vede si tratta di pasi tutti di diritto anglosassone, e questo ha avuto una propria ragione. Tra questi tre paesi è stata proprio l'Inghilterra quella che meno è riuscita ad attrarre gli operatori stranieri, e per questo è ritornata, da ultimo sui propri passi, aderendo all'impostazione più "protezionistica" adoperata da stati come l'Italia o la Danimarca. Ma di questo parleremo in calce.
Ricordiamo che ogni riferimento a marchi non autorizzati in italia avviene solo a fini comparativi o di informazione, e nessun link del presente sito rimanda a tali operatori.
Di contro, dopo l'innovazione introdotta da questi primi paesi, e forse proprio sulla spinta di questi ultimi che facevano "concorrenza" agli altri paesi europei che avevano un'impronta più "conservativa", diversi Stati hanno deciso di adottare anch'essi una politica ed una normativa sul gioco d'azzardo che però fosse più "aderente" alle necessità erariali di ciascuno. Se infatti i casinò che operavano direttamente dai paesi di cui sopra (Malta, Gibilterra ed Inghilterra) provavano ad "entrare" anche nei territori di Stati che non avevano ancora regolamentato il fenomeno (ricordiamo il caso degli "oscuramenti" da parte dell'AAMS ai siti esteri, iniziati a partire dal 2009), la contromisura più efficace è stata quella di regolamentare a livello nazionale la concessione di licenze ad operatori che si "stanziassero" nei diversi paesi, ed ivi versassero le imposte. Tale atteggiamento, nato anche dopo lo studio della Commissione Europea sul gioco d'azzardo online denominato "Libro Verde" (dal colore dei tavoli da gioco), è stato fin da subito utilizzato dall'Italia, dalla Danimarca, dalla Spagna, dal Belgio ed in parte dalla Francia. In ciascuno di questi stati esiste un organo omologo all'AAMS (ora ADM - Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) che concede le licenze per operare online e vigila sulla "trasparenza", "correttezza" e "solidità finanziaria" degli operatori di gioco in linea. E da ultimo, come riferito, anche la Gran Bretagna è ritornata sui propri passi, modificando nel settembre 2014 il proprio Gambling Act in modo da consentire l'esercizio del gioco online solo a quegli operatori che fossero stati "licenziatari" in terra d'Albione
Insomma l'argomento è vasto e complesso, e certo non abbiamo la presunzione di poterlo esaurire del tutto; crediamo però che qualche buono spunto di riflessione si possa avere da un'analisi sintetica dell'evoluzione della materia del gioco d'azzardo online in alcuni paesi d'Europa.